Sempre più spesso, in questi anni, l’arte di strada è diventata un motivo per visitare un borgo, un quartiere o una città. Così, spuntano in tutta Italia borghi e città dai muri dipinti, che portano avanti questa tradizione da anni e anni, oppure che hanno trovato in questa forma d’arte un modo per tornare a vivere e a splendere. I muri dei palazzi e delle case diventano vere e proprie gallerie d’arte a cielo aperto, in cui perdersi per scoprire dipinti e opere uniche. Scopriamo allora alcune di queste città dei murales italiane, raccontate per l’occasione dalle Travel Blogger Italiane.
Borghi dipinti in Piemonte
Ussex uno dei “Borghi più Belli d’Italia”
Visitiamo questo piccolo borgo delle Alpi piemontesi, guidati da Chiara&Fabio del travelbog “Allemandich“
Usseaux è un piccolo borgo incastonato tra le Alpi piemontesi della Val Chisone, a poca distanza da ambite località sciistiche e paesini montani di stampo tradizionale. Pinete e abetaie, il piccolo laghetto cristallino del Laux, il forte di Fenestrelle…non sono che alcune delle bellezze di zona. Ma forse il luogo più magico è proprio Usseaux, annoverato addirittura tra i borghi più belli d’Italia.
Per raggiungerlo dovrai lasciare la tua auto (o la tua moto: niente spazio ad esempio per i camper) nel piccolo parcheggio ai piedi del paese, e poi inerpicarti lungo stradine tortuose ed in salita. Avrai forse un po’ di fiatone quando raggiungerai il centro abitato, ma ti assicuriamo che ne vale assolutamente la pena. Ti sembrerà infatti di essere entrato in uno di quei villaggi dove vivono gnomi e folletti, con le casette in legno e pietra dai tetti spioventi e tanti fiori colorati alle finestre.
Ma non è certo questo il tratto distintivo di Usseaux…
Le mura degli edifici, le mappe della città, persino gli sportelli metallici che ospitano i contatori: qui tutto è ricoperto da murales. I dipinti, dai soggetti più disparati, sono realizzati con la tecnica del trompe l’oeil, e sono decisamente vividi e realistici.
Ci sono giovani donne intente a stendere panni appena lavati, gatti addormentati su cataste di legna, fiori e brocche smaltate, persino ragnatele. E sembra che tutto possa essere toccato con mano, accarezzato, spolverato.
Ogni angolo ha il suo murales, ed ecco che ti perderai a gironzolare per le vie di Usseaux e ad esaminarne ogni edificio per non farti scappare neanche uno di questi strabilianti dipinti.
Così facendo ti imbatterai nell’antico mulino, o incapperai in un minuscolo caseificio che vende il Plaisentif, il formaggio alle viole che viene prodotto solo dal 24 giugno a fine luglio.
Usseaux è un piccolo gioiello montano che ci incanta ogni volta che ci capitiamo, e non possiamo che consigliarne la visita a tutti coloro che non hanno ancora avuto la fortuna di
imbattervisi.
Borghi dipinti del Trentino-Alto Adige
Il borgo di Guardia di Folgaria
Il piccolo borgo di Guardia si trova a pochi chilometri dalla località di Folgaria. Grazie ai suoi murales, si può considerare questo borgo come una vera e propria galleria d’arte a cielo aperto.
Il filo comune che lega i murales di Guardia è il gusto rustico, con richiami alla vita contadina e ai lavori di montagna. I murales. che sono in totale 35, raccontano le leggende e i momenti più rilevanti della storia di questo paese, così come la relazione con Castel Beseno. Infatti, il borgo di origine cimbra, prende il suo nome dalla postazione di guardia che dipendeva dal sottostante Castel Beseno.
Finito di visitare il borgo, potrete scoprire i dintorni di Guardia con una breve passeggiata che in circa un quarto d’ora vi condurrà alla Cascata dell’Hoffentol. Una piccola casca che si apre da una profonda forra naturale.
Città dei murales in Lombardia
Milano e il quartiere operaio di Ortica
Antonella Maiocchi del blog “I Viaggi dell’Anto” , ci racconta il suo tour tra i murales del quartiere Ortica di Milano
L’Ortica, che adesso è un quartiere di Milano, una volta era un borgo di periferia isolato dalla ferrovia. All’Ortica hanno abitato tanti operai venuti dal sud per lavorare nelle fabbriche della grande Milano e la sua anima popolare appartiene alla storia della città.
Ed è proprio la storia del ‘900 italiano, che il progetto Or.me (Ortica Memoria) si propone di raccontare nei murales di questo quartiere di periferia. Una sorta di libro da leggere e scoprire camminando per le strade.
Io ho scoperto i murales dell’Ortica grazie ad una “passeggiata guidata” che si è rivelata molto istruttiva e nella quale vorrei accompagnarvi. Iniziamo dalla facciata dell’Istituto Tecnico Pasolini dove sfilano i volti delle donne che hanno, ognuna a suo modo, lottato per l’emancipazione femminile: da Liliana Segre ad Alda Merini. Poco lontano troviamo un altro murale di grande impatto: quello dedicato alla legalità che ricorda, tra gli altri Walter Tobagi e Lea Garofalo. Le figure nette, i colori decisi e le citazioni riportate rendono i disegni
molto moderni e facilmente leggibili.
Nel museo a cielo aperto di questo quartiere di grande fermento, non mancano murales più leggeri come quello della musica con il grande Enzo Jannacci che faceva il medico condotto proprio qui. Lungo Via Ortica vi porto di fronte al mio murale preferito, quello super colorato che si intitola “gli Orti dell’Ortica”, perché qui una volta c’erano gli orti. Tra i fiori giganti del disegno, risaltano i papaveri rossi simbolo dei tanti caduti in battaglia. Siamo a Milano e la nostra passeggiata non può che concludersi davanti alla Madonnina. Ma non occorre andare in centro, il Duomo si è spostato in periferia con le sue guglie e le sue statue dorate che sembrano avvolgervi all’interno della navata riprodotta sui muri di due palazzi si fronteggiano.
Sono in programma altre opere sui muri del quartiere che sta diventando sempre più allegro e partecipato dato che alla realizzazione dei murales prendono parte anche gli abitanti.
La città dei murales di Arcumeggia
Con il travelblog “l’isola di elisa” di Elisa Tremolada, visitiamo questo piccolo borgo medioevale
Arcumeggia è un piccolo borgo di origine medievale nel comune di Casalzuigno, in provincia di Varese. I vicoli stretti e tortuosi, i cortili su cui si affacciano le cascine e le case in pietra, donano al luogo un aspetto rurale molto suggestivo. Dopo la Seconda Guerra Mondiale gli abitanti abbandonarono il paese poco alla volta, per trasferirsi in città come Varese e Milano. Negli anni ‘50 però l’Ente Provinciale per il turismo diede vita a un progetto di riqualificazione del borgo: grazie a vari artisti di fama nazionale e internazionale che crearono una galleria a cielo aperto, Arcumeggia divenne in pochi anni il “paese dipinto”, vantando 150 tra dipinti e affreschi che decorano i muri e i cortili del paese.
Vennero organizzati anche corsi di pittura e di affresco che ebbero un discreto successo: gli allievi infatti contribuirono alla decorazione degli edifici del paese. Tra il 1950 e il 1970 vennero realizzate decine di opere che diedero al borgo l’aspetto di un museo a cielo aperto. L’idea era quella di rilanciare l’arte figurativa in contrapposizione alle tecniche astratte in voga in quegli anni.
I dipinti sono realizzati con tecniche diverse e spaziano dai temi religiosi agli aspetti del quotidiano fino alla celebrazione dei mondiali di ciclismo che si svolsero a Varese nel 2008 (ad opera di Aligi Sassu). Dal sagrato della chiesa inoltre, si possono ammirare gli affreschi delle 14 stazioni della Via Crucis, realizzati da undici pittori diversi.
Passeggiando tra le vie del paese ci si imbatte in antichi cortili dove gli allievi delle Accademie di arte proveniente da tutta Europa erano soliti mettere in pratica le tecniche pittoriche imparate.
I volontari della Pro Loco sono a disposizione per visite guidate (prenotazioni a info@arcumeggia.it).
Dal 7 dicembre 2022 fino a metà gennaio inoltre sarà possibile visitare l’esposizione di presepi realizzati dagli abitanti del luogo in tutti gli angoli più caratteristici del paese (fontane, lavatoi, cortili).
Arcumeggia è una meta imperdibile per gli appassionati di arte e per tutti coloro che amano andare alla scoperta di angoli nascosti che celano sorprese pittoriche degne di nota.
Parlasco: il borgo dipinto in provincia di Lecco
scopriamo il borgo dei murales di parlasco con barbara bier del blog “wanderlustintravel“
Parlasco è un piccolo villaggio in provincia di Lecco, conosciuto anche come Perla della Valsassina grazie ai suoi splendidi panorami sulla vallata e sulle montagne. In effetti, il paese si trova proprio nella Valle Lombarda, stipato tra le vette, non molto lontano da Milano . È un borgo di circa 100 abitanti, a quasi 700 metri sul livello del mare, circondato dal monte Muggio. Si trova a circa 30 km da Lecco, in Alta Valsassina, nel Parco Regionale della Grigna Settentrionale, sulla strada che da Cortenova porta all’Alpe Cainallo. Un villaggio di antiche case di pietra, quasi addormentate all’ombra delle montagne, che però custodiscono un bellissimo tesoro: gli affreschi di Parlasco.
Gli affreschi di Parlasco: la storia
In realtà, gli affreschi di Parlasco non sono sempre stati lì. Sono nati nel 2007, con l’intento di creare un progetto per plasmare la leggenda e la storia del paese e della valle.
Così, in una soleggiata estate in montagna, alcuni artisti, con il sostegno del comune, si sono trasformati in narratori che attraverso dipinti hanno raccontato la storia di Lasco, un bandito originario della Valsassina. Infatti, vedrete che ogni affresco ha un suo stile e una sua tecnica!
Questo progetto è stato chiamato “PARLARTI – Parlasco per le arti” e oggi conta 14 opere raffiguranti le scene di vita di Lasco. Ogni murale è accompagnato da una targhetta con il nome e l’origine dell’artista, insieme ad alcune spiegazioni, permettendo ai visitatori di comprendere meglio la storia del bandito.
Chi era Lasco, il bandito di Parlasco
Il suo vero nome era Sigifredo Falsandri, conte di Marmoro. Di giorno era un personaggio molto amato perché si concentrava sui più bisognosi, mentre di notte viveva una doppia vita: era il bandito della valle. Si dice che lui rubava soltanto ai ricchi… una sorta di Robin Wood di Lecco!
La storia di questo personaggio e le vicende storiche della Valsassina e dei suoi abitanti sono narrate da A. Balbiani nel romanzo storico “Lasco il Bandito di Valsassina”, ambientato nel XVII secolo, dal quale prendono ispirazione gli affreschi che trovate lungo le vie del paese.
Ora che sapete tutto su questi dipinti, non vi resta che andare a vederli dal vivo!
Veneto
Cibiana di Cadore
Con “Carolina va in città” il travelblog di Fabiana Bin, andiamo a visitare questa citta’ dei murales in provincia di Belluno
Tra le montagne del Cadore, in Veneto, si nasconde un paesino che sta diventando sempre più noto per i murales che lo contraddistinguono.
Sto parlando di Cibiana di Cadore, in provincia di Belluno.
Ci troviamo in un borgo molto piccolo, abitato da circa 450 anime che, proprio grazie ai murales di cui sto per parlarvi, sta lentamente aprendo le sue porte al turismo.
I murales sono facili da trovare poiché sparsi per l’intero borgo, sulle facciate in pietra delle abitazioni tipiche e tra i suoi vicoli, ed è grazie a loro che ci viene raccontata la storia del paese, attraverso questa bella forma d’arte.
Sono 50 i dipinti che troviamo curiosando qua e là, passeggiando e respirando l’aria buona della montagna.
Io ci sono stata in estate ed ho potuto godere di una bella giornata assolata, non troppo calda vista l’altitudine, ed ho avuto la fortuna di non trovare anima viva in zona. Questo mi ha concesso di ammirare le pitture senza stress, senza frenesia e soprattutto in silenzio.. e quindi è stata per me una full immersion tra arte e natura.. bellissimo!
Nelle differenti pitture che ho visto, ci ho trovato il racconto di tradizioni, mestieri e leggende ma mi sarebbe piaciuto trovare qualcuno del posto a cui chiedere qualcosa in più.
Durante il periodo invernale questo paese è sicuramente più vivo, essendo un borgo di montagna non lontano dalle famose piste sciistiche, quindi se deciderete di andare a visitarlo in questo periodo, sono certa che troverete qualche local disposto ad accompagnarvi nella visita di questo particolare “museo a cielo aperto”.
Questo è senz’altro un chiaro esempio di quanto i murales facciano bene ai piccoli borghi e gli diano nuova vita facendoli scoprire e riscoprire a chi passa di là a caso o perché ne ha sentito ben parlar
Padova e la street art ecosostenibile
Con lara bradamilla del travelblog “viaggia corri sogna” andiamo a conoscere la citta’ dei murales di padova
L’Italia è senza dubbio la patria della cultura e dell’arte, degli affreschi e dei dipinti, ma negli ultimi anni anche da noi, sta spopolando la street art tra borghi e città. Le possiamo definire delle vere e proprie gallerie a cielo aperto.
E cosa c’è di più bello nel girovagare in cerca di quartieri colorati e graffiti come una piccola caccia al tesoro? Quindi oggi ti porto a Padova, famosissima per gli affreschi di Giotto, ma non solo.
Infatti grazie al Super Walls – Festival Biennale della Street Art, sono arrivati artisti da tutta
Europa per riqualificare aree urbane un po’ desolate, dando vita a palazzi cupi con i loro colori.
Colori tra l’altro sostenibili che, purificano l’aria depurandola dell’88% dall’inquinamento presente.
Quindi non è stato solo un festival culturale ma si è trattato anche di un evento sostenibile.
Murales a Padova dove trovarli?
Per vedere queste opere devi essere munito di un’auto, perché si trovano soprattutto al di fuori del centro di Padova fino ad Abano Terme. Sono sparse un po’ dappertutto, anche nei posti più
inaspettati, come l’opera di Nina Valkhoff in Via Chiesanuova presso il supermercato dell’Alì.
Quindi attrezzati di macchina fotografica e navigatore per cercare il murales che più farà battere il tuo cuore.
Tra questi artisti, inoltre, non mancano anche le opere di 3 eccellenti street artist padovani ovvero Kenny Random, Alessio B e Tony Gallo. Ognuno con uno stile diverso e caratteristico.
Tra le opere di Alessio B. sicuramente non perderti “Look at the stars” in Via Rodi 1, di sera le
stelle diventano fluorescenti. Nei suoi murales noterai che i protagonisti sono soprattutto i più
piccoli. Bambini sognatrici, che guardano le stelle o che annaffiano cuori. Sono tutte opere che
esprimono molta dolcezza.
I graffiti invece di Kenny Random, li trovi soprattutto nel centro di Padova. In questo caso, non ti serve una mappa precisa. Cammina nei vari vicoli, facendo attenzione agli angoli più remoti e troverai i suoi murales. Si dice che sia il “Banksy padovano” perché le crea di notte e, il suo
marchio inconfondibile, sono delle sagome umane con un cilindro sul capo accompagnate sempre da un gatto o un uccellino.
Non ti resta quindi che fare un salto a Padova, se ami come me la street art, vedrai che non te ne pentirai.
Liguria
Il paese dipinto di Badalucco
PAOLA NUVOLONE con il blog “fermo il tempo e viaggio” ci fa conoscere questo tipico borgo del ponente ligure
Tra i borghi più suggestivi e colorati del ponente ligure, non si può non nominare Badalucco, soprannominato “Il Paese Dipinto” per i colori accesi delle sue casette e per le opere d’arte che troverete un po’ ovunque.
Si tratta di un tipico borgo ligure, arroccato contro il fianco della collina, nell’entroterra della Valle Argentina, che nasconde davvero tante piccole chicche nascoste, lungo il suo torrente. Per raggiungerlo, dovrete percorrere l’Autostrada dei Fiori fino ad Arma di Taggia, per poi uscire e seguire le indicazioni per Taggia. Da qui, il paese successivo, andando verso l’entroterra, è proprio Badalucco.
Qui, oltre a visitare le Chiese in pietra e a fare una passeggiata tra gli olivi che ricoprono la zona, creando quasi dei veri e propri sentieri tra le loro fronde, rimarrete incantati dalle opere d’arte che troverete in ogni suo piccolo scorcio, dalle piccole tavole in ceramica, fino ai suoi grandi murales.
La sua unicità è proprio tutta nei suoi colori, che lo rendono visivamente riconoscibile, ma soprattutto nei suoi meravigliosi muri dipinti. Infatti, se provate a passeggiare tra i suoi carruggi, scoprirete diverse opere d’arte che ne impregnano le pareti!
Questo progetto parte dagli anni ’90, quando vari artisti liguri e romani hanno deciso di dare ancora più colore a questo piccolo borgo con la creazione di grandi dipinti murali. Potrete trovare quindi diversi stili, diversi colori, diverse forme e linguaggi artistici.
Stiamo parlando di opere come “Le Streghe” di Sandro Marchetti, in cui l’antico e il moderno si fondono insieme. Oppure, un’altra opera bellissima è “La Raccolta delle Olive” di Massimiliano Lazzari, che ha saputo esaltare, nel suo murales, gli usi e le tradizioni della Liguria.
Un altro progetto simile è stato ideato anche a Valloria, dove però, invece di grandi murales a coprire le parete, si è deciso di dipingere solamente le sue porte, creando un effetto davvero particolare!
L’Emilia-Romagna e le città dei murales
Borgo San Giuliano, città dei murales della Riviera Romagnola
LUCIA NUZZACI DEL BLOG “SOUVENIR DI VIAGGIO” CI PORTA ALLA SCOPERTA DI BORGO SAN GIULIANO
Pensiamo a Rimini e ci vengono in mente il sole, le spiagge, il mare, il divertimento… ma qui c’è molto di più! Rimini è una città speciale, ricca di storia e cultura, resti romani e quartieri particolari come il Borgo San Giuliano.
Se vuoi allontanarti dalla frenetica e chiassosa città questo posto è perfetto, considerato che è accogliente e silenzioso… sembra di essere in un altro mondo!
San Giuliano, situato dopo il Ponte Tiberio, è un antico borgo di pescatori costituito da piccole casette colorate e un labirinto di viuzze, dove a fare da padrone sono i murales e le decorazioni.
La tradizione di dipingere le case inizia nel 1980, durante la seconda edizione della Festa de’ borg, in cui si realizzarono affreschi dai colori vivaci che raccontavano dei riminesi e dei paesaggi, specialmente del mare. I primi murales vennero fatti sulle case più vecchie e trasandate, infatti alcuni andarono perduti o coperti dopo le ristrutturazioni nel corso del tempo. Però in scatti d’epoca si possono ancora vedere!
Quando nel 1994 scomparve Federico Fellini, regista che tanto amò questo borgo, la Festa de’ borg venne interamente dedicata a lui e i pittori riminesi iniziarono a ritrarre scene dei suoi film più celebri e degli indimenticabili protagonisti. Ancora oggi possiamo ammirarli, insieme ai tanti altri che, come già detto, ci parlano della vita del popolo di Rimini.
Nel borgo non ci sono da vedere solo i murales, ma anche monumenti, come i resti – in Via Matteotti – della cinta muraria del XV e XVI secolo e la Chiesa di San Giuliano Martire, che conserva una pala del martirio di San Giuliano del Veronese.
Tantissimi sono poi i ristorantini e le trattorie in cui poter gustare i piatti della tradizione romagnola, nonché eventi culturali e gastronomici che vengono spesso organizzati.
Se visiti Rimini, ti consiglio di non perdere questo affascinante borgo!
Dozza la città dei murales vicino a Bologna
Visitiamo il borgo di Dozza con Rita Fantini del blog ” Info di Viaggio“
Tra i paesi famosi per i muri dipinti, in Emilia-Romagna, si trova Dozza, una vera e propria galleria d’arte a cielo aperto.
La cittadina di Dozza, che dista circa 35 km da Bologna, oltre ad essere conosciuta per i murales, è annoverata anche tra i “Borghi più belli d’Italia”: il suo centro storico medievale è un gioiello.
Dopo avere parcheggiato l’auto alle porte del paese, dirigetevi verso via XX Settembre e via Edmondo De Amicis. E’ proprio lungo queste strade che potrete ammirare i murales più belli.
I dipinti compaiono all’improvviso: sui muri delle case, tra le finestre, sulle porte e anche nascosti sotto gli archi.
Camminare per Dozza è come visitare un museo ricco di opere d’arte, con la differenza che questo si trova all’aperto, non è mai chiuso ed è gratuito! E poi l’esposizione è in continua evoluzione: con il passare degli anni i nuovi dipinti sostituiscono quelli più vecchi.
I murales di Dozza hanno una storia che risale indietro nel tempo, agli anni Sessanta, quando venne istituita la “Biennale del Muro Dipinto”. Durante la manifestazione, che si svolge ancora oggi ad anni alterni, gli artisti creano le loro opere direttamente sui muri delle case, lavorando a contatto col pubblico.
A Dozza, però, non ci sono solo i murales. All’ingresso del borgo antico si trova La Rocca Sforzesca, un’imponente fortezza che risale al XIII secolo. Il maniero, più volte rimaneggiato nel corso del tempo, conserva le stanze affrescate, le cucine con gli antichi utensili e la sala delle torture. La visita è un vero tuffo nella storia. Affacciatevi alla torre, vi sorprenderà un’incantevole vista sulle colline e sui vigneti circostanti. All’interno del castello, oltre a varie mostre, ha sede anche l’Enoteca Regionale dell’Emilia-Romagna, il luogo ideale per degustare gli ottimi vini del territorio.
Lavacchio piccolo borgo dai muri dipinti dell’appennino modenese
Qui parliamo davvero di un piccolo borgo dei murales, per non dire minuscolo. Lavacchio è una località di poche case nell’Appennino Modenese a due passi da Pavullo. Qui, sui muri delle case ed ai lati delle strade si possono ammirare, non solo murales, ma anche statue e mosaici. Viste le sue ridotte dimensioni, vi consiglio di abbinare la visita di Lavacchio ad altre località dell’Appennino Modenese, come Pavullo o Montese.
Le opere di Lavacchio risalgono principalmente agli anni ’80, quando artisti nazionali ed internazionali arrivarono nel borgo e dipinsero quadri, mosaici e murales sulle pareti delle case e lungo le strade che conducono al borgo. Dopo anni di abbandono, il borgo sta ritrovando il suo antico splendore grazie alla biennale d’arte proposta dal comune di Pavullo ” Sui muri di Lavacchio” che dal 2020 sta ridando vita e splendore al piccolo borgo.
Le opere di Lavacchio sono belle, anche se al momento sono davvero poche, però il borgo presenta anche una bella chiesa rurale dedicata a Sant’Anna che si innalza su di una piccola collina e che conserva al suo interno alcune opere di pregio. E’ poi impossibile non notare la torre di vedetta che si erge a difesa del borgo. La torre, simbolo di questa piccola città dei murales, è stata da poco restaurate e ricorda l’antica fortezza che circondava il borgo in epoca medioevale.
Credo che Lavacchio sia una piccola città dei murales da riscoprire, che spero si arricchisca negli anni a venire di nuove opere e che possa quindi ritrovare l’antico splendore, così che opere sia vecchie che nuove possano essere sempre più spesso ammirate dagli amanti dei borghi dai muri dipinti.
La città dei murales di Porretta Terme
In compagnia di “my travel planner ” di FEDERICA ASSIRELLI, scopriamo i murales dedicati alla musica soul
Porretta è un “borgo dipinto” solo da poco più di un anno e sicuramente non è molto conosciuta da questo punto di vista. Per questo ve ne parlo volentieri, sperando di far conoscere qualcosa di nuovo agli appassionati di street art.
Porretta è un paesino dell’Appennino bolognese a pochi km dal confine con la Toscana. Intorno solo monti e boschi fitti.
Eppure un paesino così piccolo, negli ultimi 30 anni, è diventato il centro più importante d’Europa per la musica soul, letteralmente musica dell’anima. Il genere musicale che affonda le sue radici nella tradizione musicale della popolazione afro-americana degli Stati Uniti e che ne ha rappresentato la lotta per il raggiungimento dei diritti civili fondamentali e che mescola insieme jazz, rock, blues, gospel, R&B e pop.
Una musica prevalentemente nera che è arrivata in questo piccolo paese emiliano grazie al grande sogno di un suo giovane abitante che ha fatto il possibile, e l’impossibile, per portare lì questo particolare genere musicale che tanto lo appassiona. È proprio così che nasce il Porretta Soul Festival che è oggi il più grande festival musicale d’Europa di questo genere musicale. Da Porretta, negli ultimi trent’anni, sono passate tutte le più grandi star della musica soul.
E proprio a loro sono dedicati tutti i murales realizzati a Porretta nel 2021 dopo un concorso rivolto ad artisti provenienti da Italia ed Europa. Sono opere dai colori vivaci e pop che rispecchiano perfettamente le caratteristiche della musica soul.
Sui muri delle case hanno preso vita Salomon Burke, Otis Redding, i Memphis Horns, i Blues Brothers, Rufus Thomas e tante altre star internazionali che hanno suonato e cantato sul palco del Porretta Soul Festival.
Saludecio, città dei murales sulle invenzioni del ‘900
A breve distanza dal mare, immerso nei paesaggi della Valconca, si trova la città dei murales di Saludecio, in provincia di Rimini. Questo borgo entra a pieno titolo tra le “Città dei Murales” grazie ai bellissimi dipinti che adornano i muri delle case. A Saludecio infatti, si trovano più di quaranta murales che raccontano le invenzioni più importanti del ‘900. Così, percorrendo i vicoli del borgo, si scoprono murales e invenzioni più e meno note, come: la macchina da scrivere, la fotografia, l’abito da sposa, il dado da brodo e molti altri.
Non esiste una mappa dei murales di Saludecio e nemmeno un elenco completo delle opere presenti nel borgo, la ricerca di questi muri dipinti diventa quindi una “caccia al tesoro” davvero singolare ed interessante. Oltre ad ammirare i bellissimi dipinti sui muri, ogni opera è corredata da un breve cartiglio in cui si legge l’anno d’invenzione e la storia dell’invenzione rappresentata, una chicca davvero interessante per conoscere un po’ di storia del ‘900. I murales di Saludecio vengono arricchiti annualmente, dal 1991, in occasione di 800 Festival.
I murales del borgo sono sicuramente la principale attrazione di Saludecio, ma il borgo medievale, perfettamente conservato, è devoto al Beato Amato Ronconi, un santo nato e vissuto a Saludecio nel 1220 che durante la sua vita effettuò vari pellegrinaggi, compresi quattro a Santiago de Compostela e fu protagonista di almeno due miracoli. Così, tra un murales e l’altro, potrete anche visitare: la Chiesa Parrocchiale di San Biagio che conserva le spoglie del santo, il museo di Saludecio e del Beato .0Amato e l’Olmo del Beato Amato Ronconi.
Per chiudere la visita a questa città dei murales, non perdetevi il belvedere presente all’inizio del paese, una balconata che vi permetterà di ammirare i paesaggi della Valconca fino al mare.
Città dei murales delle Marche
Il borgo di Braccano
CLAUDIA & ILARIA del blog “trottole in viaggio” ci portano in visita al borgo di Braccano e alla Gola di Jana
Braccano è un piccolo borgo a poco meno di trenta minuti da Matelica. Siamo nel cuore delle Marche, a pochi chilometri dalla Riserva Naturale del Monte San Vicino. La caratteristica di questa frazione della provincia di Macerata è che ha più murales che abitanti. Attualmente sono rimasti circa 200 cittadini che vivono nel borgo, molti meno dei disegni che la contraddistinguono. I primi murales a Braccano compaiono agli inizi degli anni Duemila. A dipingere i primi 60 capolavori furono gli artisti dell’Accademia di Belle Arti di Macerata e di Brera. Negli anni il numero di disegni è aumentato, tanto che non c’è un solo edificio rimasto intonso! La caratteristica di questo paesino famoso per i suoi murales è il fatto che le opere non seguono un tema. Gli artisti, che hanno avuto il privilegio di decorare la piccola frazione, sono stati liberamente ispirati dalla propria creatività, senza alcun limite.
Braccano inoltre ha una meravigliosa cornice verde a fargli da sfondo. Durante la visita al paese potete approfittare di una piccola preview del verde del Monte San Vicino. A meno di un chilometro dal centro di Braccano si trova la Gola di Jana. Una piccola cascata d’acqua che crea una piscina naturale, raggiungibile attraverso un sentiero nel verde. Da Braccano è molto facile trovare il sentiero, basterà seguire le indicazioni. Per intraprendere il cammino è consigliabile indossare delle scarpe chiuse, vanno bene anche dei modelli tipo tennis. La camminata verso la Gola di Jana, di circa venti minuti, è immersa nella natura.
La visita di Braccano, così come il sentiero per la Gola di Jana, è adatta a tutte le età, bambini compresi. Se avete intenzione di intraprendere il sentiero per la cascata, consigliamo di non portare passeggini al seguito visto il terreno impervio, che non rende facilissimo il passaggio.
Il Lazio e i paesi dai muri dipinti
Sant’Angelo di Roccalvecce il paese delle fiabe
VALENTINA CATALDO DEL BLOG “TANTO VALE VIAGGIARE” CI RACCONTA COSA VEDERE NELLA CITTA’ DEI MURALES DI SANT’ANGELO ROCCALVECCE
Una delle mete più affascinanti della Tuscia soprattutto per le famiglie con bambini è il paese di Sant’Angelo di Roccalvecce, un luogo davvero unico! I muri della maggior parte delle case del villaggio, a soli 20 minuti dalla celebre Civita di Bagnoregio, sono ricoperti da murales che rappresentano le fiabe che i bambini conoscono e amano di più e proprio per questo viene chiamato “Il paese delle fiabe”. Tra viuzze e vicoletti è magnifico andare alla ricerca del dipinto del proprio personaggio del cuore. Il viaggio inizia con “Alice nel paese delle meraviglie” per passare tra “Cappuccetto Rosso” con la nonna, “Peter Pan”, “Hansel e Gretel”, “La bella addormentata nel bosco” fino alle fiabe moderne di “Mary Poppins” e “La carica dei 101”, giungendo poi “Al giro del mondo in 80 giorni” e al “Libro della giungla”.
Diversi murales lasciano a bocca aperta per la cura dei dettagli o per la creatività nel rappresentare i soggetti o per l’imponenza delle dimensioni.
Nato dal progetto di un’associazione culturale per ridare vita ad un paese che stava per diventare quasi disabitato, in pochi anni questo borgo è rinato grazie alla collaborazione di cittadini, artisti ed enti locali: un esempio di come l’arte possa salvare luoghi dimenticati!
Se siete in zona con i bambini non dovete assolutamente rinunciare ad una sosta di qualche ora!
Come raggiungere Sant’Angelo di Roccalvecce:
- In auto da Roma percorrere l’A1 fino all’uscita A1/E35/E45 in direzione Firenze ed uscire ad Attigliano, seguire le indicazioni per Bomarzo/Civitella D’Agliano. Continuare su SP Bomarzese, poi lungo SP 19, SP 132, SP 5, Stradale Monte Secco fino a raggiungere Sant’Angelo di Roccalvecce.
- In auto da Firenze percorrendo sempre l’A1 uscendo ad Orvieto. Usciti dall’autostrada si devono seguire le indicazioni per Castiglione in Taverina, poi Graffignano e in seguito Sant’Angelo di Roccalvecce
Il quartiere Tor Marancia di Roma
Andiamo a visitare questo colorato quartiere di roma, accompagnati da Giulia Pracucci e dal suo blog “Viaggiare con gli occhiali“
Uno dei miei progetti di riqualificazione urbana preferiti in Italia è senza dubbio l’onda colorata che ha toccato Tor Marancia, ex borgata romana oggi diventata un museo a cielo aperto.
Tor Marancia non ha avuto una storia felice. Negli anni ‘30, tutta la zona abitata era disseminata di baracche e costruzioni fatiscenti, spesso con pavimenti in terra battuta. La zona era paludosa e soggetta ad allagamenti, mentre i servizi di prima necessità come scuole e ospedali erano inesistenti. Dagli anni ‘60 in poi, la situazione è migliorata grazie alla costruzione di case popolari, presenti ancora oggi.
Dal 2015, il progetto di arte urbana Big City Life ha portato una ventata di colore tra i palazzi di Tor Marancia grazie ai murales di artisti di strada locali e internazionali. Ogni artista ha rappresentato a suo modo un pezzo di storia della borgata, regalando ai romani (e agli appassionati di street art) un affresco unico di un quartiere per troppo tempo bistrattato.
Si entra ammirando il murales del famoso Seth, un bambino che dà le spalle al pubblico e guarda verso l’interno del quartiere, dedicato a Luca, morto tragicamente mentre giocava a pallone. All’interno, si possono vedere le opere di Diamond, una bellissima stampa in stile liberty di una donna con un drago cinese, una strizzata d’occhio a “Shanghai”, uno dei soprannomi del quartiere per via dei numerosi allagamenti.
“Rinnovamento, maturità” di GAIA ci ricorda la nascita vera e propria della borgata e dei suoi primi abitanti: il murales, infatti, mostra i palazzoni rossi di Tor Marancia sovrastati da una statua simile a quella dello Stadio dei Marmi, costruito in epoca fascista. Durante il fascismo, infatti, molti abitanti del centro storico appartenenti ai ceti meno abbienti vennero privati delle loro abitazioni per “riqualificare” il centro storico eliminando le disuguaglianze sociali e si rifugiarono così in questa zona all’epoca insalubre della capitale. “Taking like a waterfall” di SotOne è un intreccio caotico di colori e forme, che secondo l’autore ricordano le discussioni degli abitanti del quartiere, colorate e colorite. Infine, ultimo ma non meno importante, la maschera cinese con in mano la lupa romana dipinta da Caratoes che ci vuole urlare solo una cosa, forte e chiaro: “Welcome to Shanghai!”.
Città dei murales in Basilicata
Sant’Angelo le Fratte, borgo incantato della Basilicata
Annalisa Spinosa del blog “Trevaligie“, ci racconta di questa città dei murales lucana
Uno dei borghi più pittoreschi della Basilicata è senza dubbio Sant’Angelo le Fratte, famoso per i meravigliosi murales che colorano il centro storico. Si trova nella Valle del Melandro, incastonato nella splendida realtà paesaggistica degli appennini lucani. Tra le sue strade trovi più di 150 opere artistiche, realizzate a partire dal 1997, che raccontano la storia e le usanze di questo borgo lucano. Le facciate, i muri e le balconate di Sant’Angelo le Fratte sono impreziositi da questi splendidi disegni, ricchi di dettagli, che rendono l’atmosfera altamente pittoresca.
Uno dei murales più fiabeschi è dipinto su un palazzo di Rue dei Fiori, nel cuore del paese. I colori delicati e i soggetti raffigurati nel disegno lo rendono particolarmente attraente e altamente instagrammabile. Incantevoli donzelle adornano la facciata, contornate di fiori e circondate da farfalle, in un tripudio di romantica beltà. Un piccolo regno incantato in cui perdersi per qualche minuto nei boschi della fantasia.
Passeggiare nelle strade di Sant’Angelo le Fratte è un’esperienza sensoriale unica, che ti rapisce per la ricercatezza dei dettagli e per l’armonia cromatica delle opere d’arte. Non puoi fare altro che innamorarti passo dopo passo di ogni soggetto raffigurato, di perderti in ogni usanza disegnata sui muri, di immedesimarti nella storia e nelle tradizioni come un vero local. Il centro storico poi ospita, deliziose statue a grandezza naturale che rappresentano scene di vita quotidiana di Sant’Angelo le Fratte. Raccontano usi e costumi popolari del passato mostrandosi in tutta la loro bellezza ai passanti. Sono in marmo o in bronzo e fanno parte di un progetto artistico che si integra in maniera meravigliosa a quello dei murales, rendendo questo borgo della Basilicata un vero e proprio museo a cielo aperto dove passeggiare in modalità lenta, alla scoperta di ogni angolo.
Città dei murales in Calabria
Diamante il borgo colorato della Calabria
ARIANNA LOMBARDO ci accompagna con il suo blog “Tropical Spirit” a conoscere questo borgo calabrese
La Calabria è stata una vera scoperta! Una regione ancora poco sfruttata turisticamente che riserva invece oltre a bellissime spiagge tanti borghi interessanti. Tra i tanti visitati mi ha colpito particolarmente Diamante un borgo ricco di street art situato nella provincia di Cosenza.
Il paesino è infatti adornato da murales di vario tipo, ogni strada, piazza, vicolo della città riporta variopinte opere che hanno sicuramente riqualificato e abbellito tutto il borgo. Questa opera di riqualificazione è iniziata con il pittore genovese, Nani Rizzetti che nel 1981 programmò una riqualificazione della cittadina con l’appoggio dell’Amministrazione Pubblica.
Più di 80 artisti italiani diedero vita all’”Operazione Murales” realizzando dipinti variegati sui muri cittadini, da allora continua quest’opera di riqualificazione con la programmazione ogni anno di altre opere di street art nella città.
Dal 2017 si tiene infatti a Diamante OSA Operazione Street Art Festival che raccoglie anche artisti internazionali e ogni anno si arricchisce di ospiti e pittori famosi.
Il borgo è realmente caratteristico raccoglie più di trecento dipinti. Tante pitture di vario genere, alcune a tema marinaro a rappresentare la vocazione marittima della città ma anche scene di vita quotidiana, volti di donne e bambini. Le pitture più recenti rappresentano anche temi più attuali come la migrazione, la condizione della donna, l’emarginazione sociale. La pittura quindi ancora una volta rappresenta i più grandi temi dell’umanità.
Di fatto ora Diamante è una sorta di museo di arte pittorica a cielo aperto, ciò rende questa località nella Riviera dei Cedri un’eccellenza nel panorama calabrese. I tanti vicoli che conducono al mare sono stati trasformati in strade dipinte e le facciate sbiadite hanno ripreso vita.
Negli ultimi tempi quindi la risonanza turistica di Diamante è aumentata, soprattutto durante la stagione estiva numerosi turisti sono attirati dalle bellezze del mare e dalle pitture murarie di questo caratteristico borgo.
La Sicilia e i borghi dipinti
Borgo Parrini “la piccola Barcellona di Sicilia”
DOMENICA PALAMARA DEL TRAVELBLOG “Spunti di Viaggio Travel and LifeStyle” CI PORTA ALLA SCOPERTA DI QUESTO BORGO E DELLA SUA RINASCITA
Borgo Parrini si trova in provincia di Palermo, non distante dal comune di Partinico, di cui è frazione. Un piccolo borgo assurto alla ribalta delle cronache e dei social grazie ai murales dipinti sulle facciate delle sue abitazioni. Un fatto che ha portato ad una vera e propria rinascita di questo centro che stava lentamente spopolandosi.
La storia dei murales di Borgo Parrini è recente, risalendo a circa quattro anni fa. L’idea è partita da un imprenditore ed artista locale, Giuseppe Gaglio, animato da una gran voglia di far rinascere il borgo natio e mantenere vivo il lascito culturale dei Padri Gesuiti, i Parrini, per l’appunto.
Lo stimolo dei “Borghi dipinti con murales” nella nostra Bella Italia, come ben sappiamo, è uno stimolo potente all’arte che salva, un inno alla creatività italica, al colore e alla solarità! A maggior ragione, la solarità ed i colori siciliani si irradiano attraverso questo piccolo Borgo, che è stato anche definito come “la piccola Barcellona di Sicilia”, per le assonanze con le opere di Gaudì.
Ma Borgo Parrini non è solo facciate dipinte, perché gli edifici restaurati e resi redivivi con i murales, sono visitabili anche al loro interno, regalandoci scorci di storie e tradizioni dei luoghi, strappate al passato!
Da vedere e visitare a Borgo Parrini, infatti, ci sono anche gli interni di 4 case interamente dipinte e restaurate. Il costo per l’ingresso ad ogni singola casa è di un Euro, una quota che va a supportare il restauro del resto del Paese.
A Borgo Parrini “tutto è fatto in casa”, visto che anche “le guide” sono spesso anche i proprietari delle case restaurate!
Ma tornando ai murales dipinti sulle facciate di Borgo Parrini, vi accorgerete che spesso si tratta di frasi e citazioni poetiche, quando non rievocano personaggi famosi, come il murales di Peppe Vaccaro, “Frida alla Luna”.
Lasciatevi ispirare da questo borgo e visitatelo anche voi! Saprà sorprendervi …
Sardegna
La città dei murales di Orgosolo
Scopriamo questo borgo dei murales in provincia di Nuoro con Valentina Calaldo del travelblog “Tanto Vale Viaggiare“
Orgosolo è un comune della provincia di Nuoro, in Barbagia, nell’entroterra sardo. Il villaggio è noto per i suoi numerosi murales che ricoprono gran parte dei muri degli edifici. La tradizione nacque nel 1969 dal gruppo Dioniso, collettivo di anarchici milanesi, seguito nel 1975 da un insegnante e dai suoi alunni che per il trentesimo anniversario della Liberazione dal nazifascismo realizzarono una dozzina di dipinti. Seguirono poi altri gruppi esterni alla scuola e quelli di vari artisti che crearono sui muri delle abitazioni dipinti legati agli abitanti del luogo e alla storia sarda, italiana ed internazionale.
Il paese pieno d’arte e di colore è noto anche perché i suoi murales hanno forti connotazioni politiche. Le pitture raccontano l’impegno dei pastori nel difendere le loro terre, la vita quotidiana in Barbagia e celebrano la pace in tutte le sue forme. Temi come la lotta di classe, la lotta operaia e la rivolta contro le ingiustizie, sono il comune denominatore della maggior parte dei murales.
Camminare per le stradine di questo paese equivale a visitare un museo a cielo aperto respirando l’atmosfera autentica di una regione della Sardegna che spesso viene ignorata dal turismo balneare; invece è decisamente una chicca da non perdere!
Come raggiungere Orgosolo:
- In auto da Nuoro, la città più vicina, percorrendo la SP 58 per 18 km. Tempo: circa 30 minuti.
- In auto da Arbatax si percorre la SP 27 seguendo le indicazioni per Villagrande Strisaili / Nuoro si prosegue sulla SS 389 per 29 km seguendo le indicazioni per Mamoiada/Orgosolo. Tempo: poco più di un’ora
- In auto da Cagliari, si può raggiungere Orgosolo percorrendo la SS 131 per 117 km. Un a volta presa l’uscita verso Nuoro, si seguono le indicazioni per Mamoiada/ Lanusei /Oliena/Orgosolo e si prosegue per la SS 389 per altri 12 km. Tempo: circa 2 ore e un quarto
- In autobus da Nuoro, il bus numero 509 collega Nuoro e Orgosolo in poco più di mezz’ora.
Ho scoperto luoghi che non conoscevo, ci sono davvero tante idee per bellissime gite.
Felice di aver partecipato!
Io adoro i borghi dipinti e questa carrellata è bellissima! Molti li conoscevo, mentre alcuni devo ancora visitarli!
Un bellissimo lavoro di squadra, con mille borghi e città dei murales da fiaba da visitare in ogni stagione!
Felice di aver partecipato! Grazie per l’opportunità!