Barbara Bier del blog Wanderlust in Travel ci racconta di un luogo unico e della leggenda a cui è legato. Scopriamo insieme l’Abbazia di San Galgano in Toscana. Ti piacciono le storie di cavalieri e spade medievali? Nel cuore della Toscana, esiste una leggenda che molti dicono sia stata quella che ha ispirato la famosa storia di Re Artù.
Non si sa se sia vero o falso, però.
Quel che è certo è che c’è una spada, conficcata in una roccia che è impossibile da estrarre; si trova nella Collina di Montesiepi, nei pressi dell’Abbazia di San Galgano. È conosciuta come “l’Excalibur italiana”, ora capiamo il perché!
La leggenda di Galgano e della spada nella roccia
Galgano Guidotti, nacque nel 1148 a Chiusdino, in provincia di Siena. Era un giovane ricco, un cavaliere di professione e dedito alla bella vita, finché l’arcangelo San Michele non gli apparve in sogno per ben due volte.
Esistono diverse versioni della leggenda e secondo una di queste, dopo la prima apparizione, Galgano abbandonò la sua vita e iniziò a predicare, ma la sua famiglia e la fidanzata cercarono di fermarlo; arrabbiato, salì sul suo cavallo e non si fermò fino al Montesiepi.
Giunto a Montesiepi il cavallo gettò Galgano a terra, lui perse i sensi e gli apparve per la seconda volta l’arcangelo San Michele, che lo portò dai dodici apostoli e da Gesù.
Così l’arcangelo, gli affidò la costruzione di un eremo in quel luogo; quando si svegliò, conficcò la spada contro una roccia. Ora non è più una spada, ma una croce.
In quello stesso luogo costruì anche una piccola capanna, dove visse dedicato a Dio e alla meditazione. Nel 1181 Galgano morì e pochi anni dopo fu nominato Santo.
Poco dopo la sua morte, sul luogo dove custodiva la sua capanna e la sua spada, fu costruita una cappella. Il complesso è costituito: dalla chiesa circolare, da una cappella affrescata da Ambrogio Lorenzetti e dal portico d’ingresso.
Attualmente la spada è protetta da una teca in vetro. Si narra che molti tentarono di rubare la spada, tanto che si possono ancora vedere un paio di mani mummificate, che si dice fossero appartenute a un ladro che tentò di rubarla e fu ucciso dai lupi.
Galgano e Re Artù
La verità è che la storia di Galgano diventa ancora più affascinante dopo la sua morte: è allora che la sua figura e quella di un altro misterioso eroe medievale, Re Artù, si incontrarono.
Nel 1190, pochi anni dopo la morte di Galgano, Chrétien de Troyes scrisse “Le Roman de Perceval ou Le Conte du Graal”, la prima di una lunga serie di opere dedicate alla leggenda del Santo Graal.
Sebbene incompleta, la storia di Perceval, il protagonista dell’avventura di Chrétien de Troyes, ricorda da vicino quella di Galgano. Vent’anni dopo, nel 1210, Wolfram von Eschenbach dà la sua versione della vita di Perceval a Parzival: ancora una volta concentrato sulla ricerca del Santo Graal, ancora una volta con un Perceval molto simile a Galgano.
Per quanto surreali e possibilmente fantastici, le somiglianze tra le storie di Galgano e Perceval hanno contribuito a creare il collegamento tra il mondo di Artù e quello del santo italiano, al punto che alcuni hanno persino avanzato la possibilità che Galgano potesse essere uno dei i più grandi cavalieri Templari, indicandone uno in particolare: il suo nome era Gawain, che in italiano diventa… Galvano.
Non dimentichiamo che ci sono teorie secondo cui i Templari avrebbero voluto stabilire una base in Toscana per la ricerca del Santo Graal. Infatti, è documentata la presenza dei Templari nella contea di Frosini, a pochi chilometri da Montesiepi ma anche in altri borghi della Maremma, come le Rocchette di Fazio.
La misteriosa abbazia senza tetto di San Galgano
Sempre dopo la morte di San Galgano, nel XIII secolo, una comunità di monaci cistercensi scelse le pendici del monte Siepi per edificare il primo edificio religioso in stile gotico della Toscana. La pianta dell’Abbazia è a croce latina classica ed è a tre navate; l’abside è sormontata da un rosone.
Pur avendo una posizione privilegiata, circondata da terreni agricoli, importanti vie di comunicazione e la vicinanza del fiume Merse, in meno di 100 anni fu brutalmente scossa da carestie, pestilenze e continui saccheggi. Non passò molto tempo prima che i monaci la abbandonassero, trasferendosi a Siena. Infine, nel 1786 un fulmine colpì il campanile, che crollò sul tetto dell’edificio, distruggendolo completamente.
Oggi è proprio questo aspetto a rendere l’Abbazia unica nel suo genere, donandole un’aria mistica e di grande bellezza. Le rovine sono ben conservate e all’interno si svolgono celebrazioni, soprattutto matrimoni. Alcune scene dei film “Nostalgia” ed “Il paziente Inglese” furono girate lì.
Come visitare San Galgano
Dal parcheggio, parte un sentiero fiancheggiato da cipressi che vi condurrà, attraverso un terreno agricolo, fino al cancello principale dell’abbazia.
L’ufficio di accesso è sulla sinistra, però vi consiglio di fare un giro anche sulla parte destra, per ammirare, dall’esterno, la facciata ed il meraviglioso rosone.
Prezzi
- L’ingresso generale è di € 5,00
- Il biglietto ridotto è di € 4,00 per visitatori: fino a 18 anni, over 65, gruppi superiori a 20 persone, studenti con tessera universitaria.
- Per le famiglie (2 genitori + 2 figli) c’è un biglietto apposito al costo di €15.
- L’ingresso è gratuito per: bambini fino a 6 anni, residenti nel comune di Chiusdino, portatori di handicap e guide turistiche.
Come visitare l’eremo di Montesiepi
L’eremo è aperto tutti i giorni dalle 9:00 alle 17:00; fino al tramonto. La domenica mattina alle 11:30 si svolge la celebrazione dell’Eucaristia; l’ingresso è gratuito.
La struttura si raggiunge dal parcheggio, seguendo una strada asfaltata, oppure attraverso una strada sterrata che parte dal lato sinistro della stessa Abbazia di San Galgano.
Quando andare a vedere l’Abbazia di San Galgano?
La primavera è il periodo perfetto per visitare l’abbazia di San Galgano. Temperature miti e scarse precipitazioni renderanno l’esperienza molto più piacevole.
Tuttavia, in qualsiasi stagione, se vi trovate in Toscana e soprattutto in provincia di Siena, non partite senza aver fatto tappa in questo luogo magico. Ad ogni cambio di luce scoprirai nuovi dettagli, mille ombre e diverse prospettive. Al tramonto, all’alba, in pieno giorno… sarà davvero indimenticabile!