Nascosto tra i Colli Euganei, si trova un borgo medioevale perfettamente conservato. Stiamo parlando di Arquà Petrarca, dove passò gli ultimi anni della sua vita il poeta Francesco Petrarca rendendo così famoso questo piccolo borgo. I colli Euganei, con i loro paesaggi, offrono molte opportunità per passare la giornata, infatti potrete visitare il borgo e fermarvi in uno dei tanti locali per un bel pranzo, oppure passare la giornata tra queste verdi colline ammirando il paesaggio. Svariati percorsi, sia turistici che escursionistici permettono di scoprire il territorio dei colli euganei a piedi e in mountain bike. Noi abbiamo scelto di visitare Arquà Petrarca in giornata e qui vi racconto cosa vedere nel borgo.
Arquà Petrarca cosa vedere
Casa del Petrarca
Tra le cose da vedere ad Arquà Petrarca, la prima tappa imprescindibile è sicuramente la casa del poeta, che si trova via Valleselle 4, nascosta da un muro di pietra. Entrando dalla porticina e salendo le scale, si arriva in un bel giardino da cui poi si accede alla casa.
La casa risale al 1200, ma a partire dal 1369 cominciarono i lavori di ristrutturazione richiesti dallo stesso Petrarca. A seguire l’edificio subì altra trasformazione, infatti nel 1500 il proprietario Pietro Paolo Valdezocco, fece aggiungere la loggetta di stile rinascimentale e la scala esterna. Fu sempre Pietro Paolo Valdezocco a far dipingere le pareti con tempere rappresentati scene ispirate al: Canzoniere, ai Trionfi e all’Africa, tra le opere più famose del Petrarca.
Entrando nella casa è possibile visitare lo studio in cui il poeta morì, sembra che la sedia e la libreria presenti nello studio siano quelle originali. All’interno dell’abitazione, si trova un ospite alquanto strano: la mummia di un gatto, a quanto pare appartenuta al Petrarca.
Fontana e tomba del Petrarca
La fontana in questione, esisteva già prima dell’arrivo del Petrarca in paese, ma divenne la favorita del poeta che al utilizzava per attingere l’acqua. Sulla fontana si trova un’incisione in latino “Fonti numen inest , hospes: venerare liquorem, unde bibens cecinit digna Petrarcha deis. In italiao, la scritta recita: “Un nume abita in questa fonte, o straniero: venera quest’acqua, bevendo la quale il Petrarca poté cantare versi divini”.
La tomba del poeta invece, venne fatta erigere sei anni dopo la sua morte, da parte di suo genero. Si tratta di un’arca in marmo rosso che ricorda molto le antiche tombe romane e che conserva tutt’ora le spoglie del Petrarca. Anche qui troviamo un’iscrizione latina “Frigida francisci lapis hic tegit ossa petrarce; suscipe virgo parens animam; sate virgine pace. Fessaq(ue) iam terris celi requiescat in arce” . Tradotto significa: “Questa pietra ricopre le fredde ossa di Francesco Petrarca, accogli, o Vergine Madre, l’anima sua, e tu, figlio della Vergine, perdona. Possa essa, stanca della terra, riposare nella rocca celeste”.
Oratorio della Santissima Trinità e Loggia dei Vicari
Anche questo luogo era caro al sommo poeta, infatti si tratta della chiesa in cui si recava a pregare. Dell’Oratorio si hanno notizie certe a partire dal 1181, anche se sicuramente la struttura è di un’epoca precedente e all’interno sono presenti molte opere di pregio. Tra le opere più importanti vi cito: l’altare ligneo seicentesco con la pala di Palma il Giovane raffigurante la Trinità, il paliotto in cuoio, raffigurante il Cristo risorto, la statua di S. Cristoforo in pietra dipinta, la statua in legno dipinta, di S. Lucia, un quadro di Giovanni Battista Pellizzari e la tela del 1670, raffigurante la “Città di Padova nell’atto di rendere omaggio a un vescovo martire”.
La struttura comprende anche un campanile del XII secolo che venne modificato varie volte durante il corso degli anni, fino al 1928 quando ristrutturato per riportarlo alla sua forma originale. A ridosso dell’oratorio si trova la Loggia dei Vicari, in cui i capifamiglia e i Vicari discutevano e si riunivano, la loggia venne lasciata scoperta, quindi senza tetto, a partire dal 1828. Nel 2003, grazie ad un intervento del Comune di Arquà Petrarca, il tetto è stato ripristinato unendo sapientemente la struttura antica con una copertura moderna.
Chiesa di Santa Maria Assunta
La chiesa risale al 1026 e fu qui che si tennero i funerali del Petrarca. La struttura subì varie trasformazioni nel corso degli anni, che si conclusero nel 1926. Vari elementi di pregio compongono l’interno della chiesa, come l’altare centrale, proveniente dall’eremo del monte Rua, opera dello scultore Francesco Rizzi della scuola del Bonazza. I due altari laterali in legno scolpito sono del ‘500 e la pala dell’altare di destra è opera di Pietro Damini da Castelfranco e rappresenta il Battesimo di Gesù. Infine, la grande pala dell’Assunta, dietro l’altar maggiore, è opera di Palma il Giovane (1544-1628).
Monumento ai caduti
Sulla parte più alta del paese, raggiungibile tramite una scalinata, si trova un parco in cui si erge il monumento ai caduti. Luogo ideale per riposarsi e ammirare dall’alto il paesaggio delle colline circostanti.
Cosa vedere vicino ad Arquà Petrarca
Giardino monumentale di Valsanzibio
A pochi chilometri da Arquà Petrarca si trova il paese di Valsanzibio. Qui si può visitare e ammirare Il giardino monumentale della Villa Barbarigo Pizzoni Ardemani, realizzato tra il 1665 e il 1696. Il parco ha vinto negli anni premi importanti come ‘Il più bel giardino d’Italia‘ nel 2003 ed il terzo più bello in Europa nel 2007. Disposto su una superficie di 10 ettari, il parco presenta molte attrazioni come: statue, ruscelli, cascate, fontane, scherzi d’acqua fra innumerevoli alberi e arbusti. Inoltre, all’interno del complesso potrete ammirare: il labirinto di bosso, la Grotta dell’Eremita, l’Isola dei Conigli e il Monumento al Tempo.
L’ingresso al giardino è a pagamento ed è possibile visitarlo dall’ultima settimana di febbraio, alla prima di dicembre. Per maggiori informazioni visitate il sito ufficiale.
Arquà Petrarca e le giuggiole
Questo frutto è un vero e proprio simbolo del territorio di Arquà Petrarca. Si tratta di un piccolo frutto, di provenienza asiatica, che nel corso dei secoli si è diffuso nei paesi mediterranei e in Italia. Le giuggiole si possono consumare fresche , oppure si possono conservare per lungo tempo essiccandole o mettendole sotto spirito. Si prestano inoltre, per preparare confetture e sciroppi, o come ingrediente per farcire dolci secchi e biscotti. Il frutto del giuggiolo è inoltre l’ingrediente principale della ricetta di un particolare liquore, conosciuto come “brodo di giuggiole”, da cui si ispira anche il famoso detto “andare in brodo di giuggiole”.
Se ad una visita del borgo, preferite una bella escursione, qui trovate gli itinerari del Parco dei Colli Euganei. Voi conoscevate già questo borgo o più in generale la zona dei Colli Euganei? Fatemi sapere nei commenti le vostre impressioni.
Non sono mai stata ad Arquà Petrarca, ma quando vivevo a Venezia ricordo che una mia compagna universitaria, originaria di questo borgo, me ne aveva parlato benissimo. Mi aveva consigliato di visitarlo a luglio, quando si può ammirare la fioritura della lavanda. Lo terrò a mente per la prossima estate 🙂 Grazie per le ulteriori info che mi hai dato
Grazie te, mi hai dato un’utilissima informazione, non sapevo della fioritura della lavanda. Mi informerò per tornarci nel periodo più adatto.
Arqua Petrarca è uno di quei borghi che mi manca e che mi riprometto sempre di visitare inserendolo in qualcuno dei nostri tour in camper ma non si è ancora presentata l’occasione giusta. Tra l’altro mi hai fornito un ottimo suggerimento con il Giardino di Villa Barbarigo che, dalla tua descrizione, mi ispira particolarmente e potrei proprio unirlo alla visita della cittadina.